Esperienze da vivere a Gaeta

di Selene Scinicariello

Scrivere un post su Gaeta non è facile.

 

Gaeta, come forse sa chi mi segue, è la città dove è nato mio papà.

Ogni estate, ogni natale, ogni pasqua fino allo scorso anno le ho passate in questa, non troppo piccola, cittadina laziale.

Da quest’anno, invece, ho deciso di sfruttare quei giorni di festa per viaggiare un po’ di più con Ste.

 

Gaeta non è semplice da raccontare.

Potresti chiedermi “perché?” e non saprei risponderti esattamente.

Forse, perché avendola vissuta, vissuta davvero, con amore, con affanno, con gioia e, a volte dolore, i mie sentimenti sono contrastanti.

Gaeta non è Genova, la mia città natale.

Genova riesco a guardarla con occhi oggettivi, riesco a separare il mio modo di viverla dal modo in cui vorrei farla vivere, conoscere e godere ad un turista.

Gaeta no. Gaeta è, in ogni angolo, impregnata di ogni giorno che ci ho passato.

E allora ho deciso che era giusto raccontartela così.

Da qui parte il mio desiderio di svelarti quelle esperienze da vivere a Gaeta.

 

ESPERIENZE DA VIVERE A GAETA

 

Gaeta è mia nonna. Gaeta è i gatti che gironzolavano nella campagna dove coltivava pomodori, piselli, insalata, susine, limoni e altri ortaggi o frutti che avevano il gusto che dovevano avere, quel gusto che, ormai, abbiamo, un po’ tutti, dimenticato.

Gaeta è le esperienze che non avrei mai vissuto a Genova.

Gaeta è piccola e una bimba può uscire da sola senza far preoccupare troppo i genitori ed è così che, guardandomi intorno, ho scoperto che Gaeta ha ancora delle storie antiche da raccontare.

Le storie delle vecchiette di via Indipendenza, che si alzano la mattina per andare a lavorare i campi, di quelle stesse vecchiette che, poi, tornano per vendere i prodotti della loro terra sedute sulle ceste di plastica ai bordi dei vicoletti.

Le storie di quelle stesse persone anziane che la sera, intorno alle sei, si siedono fuori dalle loro abitazioni e ti guardano.

Perché a Gaeta se sei foresto lo sanno tutti!

E devono studiarti, devono capire chi sei e che cosa fai, devono poter sparlare un po’ di te tra di loro.

Se ti senti osservato mentre cammini, non badare agli sguardi, continua a passeggiare per via Indipendenza, anche quando non ci sono più i negozi, prosegui, perché è lì che troverai altre storie.

Ci sono i ragazzini con le bici, i fiori sulle scale della Chiesa di Porto Salvo o le bandiere che ti rammentano che sei vicino alla celebrazione della festa che si tiene ogni seconda domenica di Agosto e, poi, le solite vecchiette sedute che ti guardano mentre bisbigliano tra loro.

 

Arriva fino al mercato del pesce, sempre nel quartiere di Porto Salvo (che un tempo era semplicemente chiamato il Borgo dei pescatori).

Aspetta i pescatori che la sera rientrano, a poco a poco, su Lungomare Caboto, e cerca di conquistarti una bella cassetta di pesce fresco per una decina di euro.

Poi, se ancora non sei soddisfatto, spostati ai banchi, dall’altra parte della strada: anche qui, il pesce si muove ancora, tra le urla di chi lo vende.

Compra la parnocchie (o cannocchie o cicale di mare, a seconda di come le chiamate nella vostra regione) e cucinale prima che scappino via!

Se trovi le cima di rapa, su qualcuna di quelle cassette di plastica in via Indipendenza, non farti scappare l’occasione di cucinarti un piatto che sicuramente non scorderai più.

Aglio, olio, cime di rapa e parnocchie: difficilmente mangerai qualcosa di così saporito di nuovo! E non scordarti delle cozze:  mangiale così, semplici, con un po’ di limone e prezzemolo.

Passeggia per via Indipendenza a tutte le ore, perché ogni ora sarà diversa.

Frenetica la mattina.

Molle il pomeriggio.

Profumata intorno alle 18, quando sarà l’odore dei cornetti caldi e appena sfornati a riempire i vicoli durante l’estate, nell’ora in cui la gente rientra dal mare.

Vanitosa la sera, intorno alle 20, quando ci si imbelletta, soprattutto se è il periodo natalizio, e si passeggia, un po’ per farsi vedere, un po’ per guardare gli altri.

Silenziosa la notte, quando non c’è più nessuno e tutti, dentro quelle piccole case, dormono.

 

Gaeta è la tiella.

Non puoi andartene senza averne assaggiato un pezzo (ma intendo un pezzo per ogni tipo: scarola e baccalà, acciughe, polpo, cipolle, zucchini e chi più ne ha più ne metta!).

La tiella non è solo il piatto tipico di questa città, la tiella sembra un po’ rappresentarla Gaeta: un involucro di pasta, non troppo morbido, ma neanche troppo duro, che nasconde all’interno chissà quale incredibile (e saporita) sorpresa, e la tiella va provata e assaggiata più e più volte per scoprire quale ci piace di più e qual’è il forno o la pizzeria che, secondo noi, la cucina meglio.

 

Gaeta è la pizza al taglio e la coda che devi fare per mangiarne un pezzo, ma non demordi perché hai fame, che sia da Robi (Pizzeria Rustica) o da Pizzeria 2000.

 

Leggi anche COSA MANGIARE A GAETA: I PIATTI TIPICI DELLA TRADIZIONE

 

Gaeta è la sua spiaggia cittadina, Serapo.

Enorme e centralissima, silenziosa in inverno e super affollata in estate (che quasi non ti viene voglia di andarci, se non dopo le 18).

 

Leggi anche LA SPIAGGIA DI SERAPO: TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE!

 

Gaeta è le sue bellezze nascoste.

La spiaggia di Fontania, nascosta praticamente dietro uno scoglio (ne avevo parlato nel post SEI BELLISSIME SPIAGGE NEI DINTORNI DI GAETA).

 

Le bellezze che sono sotto gli occhi di tutti, ma chissà perché rimangono quasi invisibili.

 

Il Castello Angioino – Aragonese che tutti conoscono, che tutti vogliono vedere, ma che nessuno apre, o che apre, ma a me, in 26 anni, lo ha tenuto nascosto.

Il castello è composto da due edifici comunicanti realizzati in due momenti storici diversi, uno, più in basso, detto “Angioino”, realizzato durante la dominazione francese e l’altro, più in alto, detto “Aragonese”, commissionato dall’imperatore Carlo V, fino a pochi anni fa, sede del “famoso” carcere militare.

 

Monte Orlando e le sue falesie (raggiungibili tramite un breve sentiero dietro al Santuario della Montagna Spaccata).

Monte Orlando e il mausoleo di Lucio Munazio Planco (console romano, fondatore di Lione e Basilea), che io, ancora, devo capire come si può raggiungere (so che seguendo sempre il sentiero che parte del Santuario in poco più di mezz’ora si ci arriva, ma i bus, rimangono un mistero! Ricordati: è aperto solo la mattina dalle 9 alle 13).

 

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Gaeta Vecchia e il Castello Angioino – Aragonese.

 

 

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Falesia di Monte Orlando.

Gaeta è la Montagna Spaccata e la Grotta del Turco.

Che tu ci creda o no, non puoi non rimanerne affascinato.

 

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Montagna Spaccata.

Gaeta è il suo mare blu e il caldo torrido dell’estate, che spesso rende faticosi i 10 minuti per raggiungere il mare a piedi.

 

Gaeta è i sciusci di Capodanno. Gruppi tradizionali che suonano canzoni popolari la sera di S. Silvestro per portare il buon augurio ad attività commerciali o alle case private.

 

Gaeta sono gli americani della nave militare. Anche se ormai non sono più tanti come una volta, non andartene da Gaeta prima di essere stato in uno dei locali, di fronte alla base militare, dove ti sembrerà di essere negli States (potrai mangiare un ottimo hamburger o sorseggiare del buon whiskey intorno ad un tavolo da biliardo, basta scegliere uno dei pub lì vicino!).

 

Gaeta sono le serate passate su un muretto a Serapo senza far nulla, a bere una birra, a baciare un amore.

 

Gaeta è la vista mozzafiato che hai dal Tennent’s Lounge Bar, quando hai voglia di un posto romantico.

 

Leggi anche COSA FARE A GAETA DI SERA: 14 IDEE PER TRASCORRERE LA SERATA.

 

Gaeta è Gaeta Vecchia.

I vicoli, che troppo spesso chi ci abita ha dimenticato, la Cattedrale dei Santi Erasmo e Marciano e di Santa Maria Assunta e il suo bellissimo Campanile, le sette salite (una strada che ti porterà alla punta estrema di Gaeta Vecchia, passando per il Castello) e le migliaia di gatti che la popolano.

Gaeta Vecchia si presenta mostrandosi in tutta la sua bellezza del Castello, in alto, e l’imponenza della Chiesa di San Francesco, poco più in basso (fondata proprio dal Santo nel 1222).

Per arrivare a Gaeta Vecchia si percorrere una delle passeggiate più romantiche della città, davanti all’intero Golfo.

Un tempo si attraversava “il ponte degli innamorati” (una strada che dalla base militare americana, invece di passare sulla strada, passava vicino al mare, nascosta da alcune siepi): purtroppo oggi non esiste più.

Una volta raggiunta Gaeta Medievale assaggia i famosi gelati de Il Molo (dove mio papà portava sempre me e mia nonna dopo aver trascorso il pomeriggio in campagna) o quelli altrettanto buoni de Il Pinguino.

 

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Chiesa di San Francesco, Gaeta Vecchia.

 

Gaeta è “sotto gli alberi”.

La via Battaglione degli Alpini, conosciuta da tutti come “sotto gli alberi”, è un luogo di ritrovo, di chiacchiere e di passeggio. Si mangiano gelati e si ascolta la musica dei bar la sera fino a tardi.

 

Gaeta è la Triestina e la coda infinita per comprare le sigarette. Ma a Gaeta è un’istituzione, non perderti un cornetto qui la mattina presto, se torni dalla discoteca!

 

Gaeta è Brio Bar e la colazione il mercoledì mattina prima di andare al mercato. Il mercoledì, infatti, in Corso Italia e in Via Venezia si tiene il mercato dei vestiti, mentre nell’area dell’ex Stazione si tiene il mercato di frutta e verdura e delle scarpe, facci un salto!

 

Gaeta puoi vederla in un giorno, ma io ti consiglio di rimanerci qualche giorno in più non solo per le cose che da vedere che, un po’, ti ho elencato,  ma perché rimanendo qualche tempo in più puoi viverla, sentirla un po’ di più, capirla.

Sono convinta che incontrerai qualche persona interessante, nonostante, probabilmente, a primo impatto non sarà facile!

 

Questi sono i miei consigli sulle esperienze da vivere a Gaeta.

 

Se hai intenzione di passare la tua estate nel Basso Lazio, ti consiglio di leggere anche SEI BELLISSIME SPIAGGE NEI DINTORNI DI GAETA e SEI COSE DA VEDERE NEI DINTORNI DI GAETA.

 

Se hai dubbi, vuoi qualche consiglio, qualche chiarimento o altro non esitare a scrivermi compilando il form nella pagina dei contatti o tramite Facebook e Twitter! Sono a tua disposizione!

Nel frattempo, per chi ci è già stato, fammi sapere cosa ne pensi!

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