Crveni Krst: il campo di concentramento di Niš in Serbia

di Selene Scinicariello

Viaggiare significa conoscere e imparare a confrontarsi con la Storia. Anche con quella meno piacevole. Durante uno dei nostri viaggi nei Balcani abbiamo avuto modo di visitare il campo di concentramento di Niš in Serbia. Oggi vogliamo raccontarti la sua storia e darti qualche consiglio per visitarlo.

Quando si pensa all’orrore nazista e ai lager, la mente conduce quasi sempre a Dachau, a Buchenwald o ad Aushwitz. La follia e la violenza del Nazismo, però, si estesero molto più in là, oltre i confini tedeschi e quelli polacchi, invadendo l’Europa intera. In Italia c’era il campo di detenzione della Risiera di San Sabba, ad esempio, e in Serbia quello di Niš (e non solo).

Oggi questi atroci posti sono diventati luoghi della memoria, spazi dove fermarsi a riflettere sulla brutalità che l’uomo è capace di raggiungere, dai quali apprendere la necessità di migliorarsi e l’importanza di non dimenticare mai il passato.

Quando durante il nostro soggiorno a Niš abbiamo scoperto l’esistenza di questo memoriale, abbiamo deciso senza esitazione di visitarlo per conoscere un altro capitolo di storia: della Seconda Guerra Mondiale nei Balcani, infatti, si parla sempre troppo poco.

 

Il Campo di concentramento della Croce Rossa a Niš: un po’ di storia

 

Le forze dell’Asse occuparono il Regno di Jugoslavia nell’Aprile del 1941 portando con sé tutto l’orrore nazista.

Il territorio serbo, inclusa parte del Kosovo e del Banato, fu sottoposto a un governo militare per sfruttare al meglio le reti di trasporto fluviali e ferroviarie, nonché le risorse minerarie.

Il campo di concentramento di Niš fu eretto a metà del 1941 dalla Gestapo. Il suo nome, Crveni Krst, faceva riferimento a una struttura della Croce Rossa situata nelle vicinanze.

Inizialmente il Crveni Krst Concentration Camp era pensato come un campo di transito per prigionieri diretti verso i lager tedeschi e polacchi, ma in poco tempo fu trasformato in un campo di concentramento.

Al suo interno erano detenute 4 categorie di prigionieri: gli ostaggi, che servivano per esecuzioni di ritorsione (100 prigionieri per un soldato tedesco ucciso, 50 per uno ferito), gli Ebrei e i Rom, i sospettati di collaborare con il Movimento Comunista di Liberazione Nazionale di Josip Broz Tito e, infine, coloro che combattevano (o erano sospettati di farlo) con l’Esercito Jugoslavo in Patria di Dragoljub Draže Mihailović.

I primi prigionieri ad arrivare nel campo di concentramento di Niš furono i Rom, subito dopo arrivarono gli Ebrei.

Le esecuzioni iniziarono nel Novembre del 1941.

 

Attacchi e fughe

 

Torretta di guardia nel campo di concentramento di Niš.

Torretta di guardia nel campo di concentramento di Niš.

 

Diversamente dai numerosi altri lager nazisti, il campo di concentramento della Croce Rossa di Niš è stato soggetto a un tentativo di liberazione e vide un’importante prova di fuga.

A Gennaio del 1942 un gruppo di partigiani serbi attaccò il campo riuscendo a liberare un piccolo numero di Ebrei.

A Febbraio dello stesso anno, durante la notte del 12, un gruppo di prigionieri tentò la fuga: 105 riuscirono a fuggire. La ritorsione dei tedeschi, però, fu durissima: circa 1000 persone furono massacrate sulla vicina collina di Bubanj e seppellite in fosse comuni.

Nei mesi successivi numerosissimi prigionieri furono trasportati in altri lager tra cui Mauthausen, Ravensbrück e Aushwitz.

Dopo il primo tentativo di fuga ce ne fu un altro: questa volta solo in pochi riuscirono a fuggire.

Il campo di concentramento di Niš rimase operativo fino al 1944 quando fu liberato dai partigiani.

Di qui passarono circa 35.000 persone di cui 10.000 morirono.

 

Il Memoriale di Bubanj

 

Non lontano dal Crveni Krst Concentration Camp si trova il Memoriale di Bubanj, proprio lì, sulla collina dove avvenivano le atroci esecuzioni di massa.

All’interno di un grande parco è possibile ammirare il monumento brutalista dello scultore jugoslavo Ivan Sabolic: si tratta dei “Tre Pugni“, simbolo della resistenza.

 

La storia della Seconda Guerra Mondiale nei Balcani è, almeno in Italia, molto poco conosciuta.

Esistono diversi libri che ne parlano, ma se hai voglia di qualcosa di leggero, ti consigli il romanzo di Gordana Kuić, Il profumo della pioggia nei Balcani, che ripercorrere la storia di una famiglia dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, fino alla fine della Seconda.

 

 

Cosa vedere all’interno del campo di concentramento di Niš in Serbia

 

La visita al Campo di Concentramento di Niš è molto toccante.

Seppur le dimensioni non sono quelle di altri lager nazisti che potresti aver visitato in giro per l’Europa, la desolazione, la solitudine e la tristezza sono sensazioni che difficilmente ti scrollerai di dosso camminando all’interno di questo luogo.

La biglietteria si trova all’interno di quello che un tempo doveva essere l’ufficio del comandante: la scritta Wache (Guardia) che si riconosce sopra la porta ce lo ha suggerito. Ai lati ci sono due altri edifici, uno dei quali sicuramente era la cucina (questa volta è la scritta Kuche a suggerirlo).

 

Le cucine del campo di concentramento nazista di Niš.

Le cucine del campo di concentramento nazista di Niš.

 

Il complesso più impressionante, però, è un grosso edificio grigio che un tempo ospitava i prigionieri. Oggi al suo interno si sviluppa il museo.

Il percorso raccoglie testimonianze, storie e oggetti delle persone che sono passate di qui e dei loro cari.

Attraverso le parole dei prigionieri sopravvissuti e dei testimoni e grazie a una serie di toccanti fotografie riuscirai a comprendere meglio ciò che accadde a Niš e all’interno di questo luogo dell’orrore durante gli anni del Nazismo.

I pannelli esplicativi sono in serbo e in inglese.

Sui muri della sala principale potrai scorgere alcune scritte e graffiti originali fatti dai prigionieri.

Salendo all’ultimo piano potrai osservare le celle d’isolamento destinate generalmente a prigionieri di guerra, mentre all’esterno sono ancora visibili i reticolati di filo spinato e le torrette di guardia.

 

celle d'isolamento del campo di concentramento di nis in serbia

Celle d’isolamento.

 

Il campo di concentramento di Niš, a differenza di altri lager più grandi, potrà apparirti desolato e soggetto a incuria. In parte può essere vero, alcune cose potrebbero essere tenute meglio, ma personalmente abbiamo trovato questo luogo un vero e proprio memoriale avvolto nel silenzio, dove fermarsi a riflettere e a meditare sul passato. Un luogo lontano dal turismo di massa che troppo spesso rende posti come questo caotici e lontani dal loro vero scopo.

 

Dove si trova e come arrivare

 

Il campo di concentramento di Niš si trova in Bulevar 12. februar, a circa 10 minuti a piedi dalla stazione degli autobus (nei pressi del bellissimo mercato).

Potrai raggiungerlo comodamente a piedi dal centro città.

 

Orari e prezzi

 

Il Museo del Crveni Krst Concentration Camp è aperto dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 16.00, il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 15.00, mentre il lunedì è chiuso.

Il prezzo del biglietto è di  200,00 rsd per gli adulti (circa 1,70 Euro) e di  150,00 rsd (circa 1,30 Euro) per i bambini.

Noi, però, ti suggeriamo di acquistare un biglietto cumulativo al prezzo di 300 rsd (2,50 Euro) che ti permetterà di visitare liberamente anche il Museo Archeologico e la Torre dei Teschi.

Per controllare orari e prezzi aggiornati, visita il sito di VisitNis (in inglese).

 

Per maggiori informazioni su cosa vedere a Niš ti suggeriamo di leggere la nostra breve guida sulla città.

 

Speriamo che i nostri consigli possano esserti stati utili.

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