La Risiera di San Sabba: storia e consigli per la visita

di Selene Scinicariello

Durante un soggiorno a Trieste vale la pena uscire dal bellissimo centro storico della città per visitare la Risiera di San Sabba, il complesso che dall’autunno del 1943 fu utilizzato dai Nazisti come Campo di Detenzione di Polizia (Polizeihaftlager).

Si tratta di una visita toccante e non di certo allegra, ma ti consigliamo di inserirla nel tuo itinerario triestino perché siamo convinti che ricordare il passato sia fondamentale per poter migliorare il futuro e osservare con occhio critico il presente.

Come nel caso della visita a Dachau nei dintorni di Monaco di Baviera o quella a Crveni Krst poco fuori dal centro di Niš in Serbia, anche questa esperienza ha arricchito il nostro bagaglio culturale, ci ha dato modo di riflettere e ha contribuito a rendere il nostro viaggio una nuova occasione per conoscere e crescere.

 

Breve storia della Risiera di San Sabba a Trieste

 

L’edificio che ospitò il lager nazista venne costruito nel 1898 con la funzione di stabilimento per la pilatura del riso: da qui deriva il nome Risiera di San Sabba.

Solo durante la Seconda Guerra Mondiale divenne il triste luogo che conosciamo oggi.

Inizialmente era utilizzato dai nazisti come campo di prigionia per i militari italiani catturati dopo l’8 Settembre 1943. Solo verso la fine di Ottobre dello stesso anno, la Risiera divenne un vero e proprio campo di detenzione di polizia.

Il complesso, da quel momento, divenne un centro di smistamento dei detenuti in attesa di essere deportati in Germania ed in Polonia e il deposito dei beni razziati e sequestrati ai prigionieri stessi.

Dalla Risiera di San Sabba, allora, non passarono solamente militari italiani, ma anche sloveni, croati, partigiani, detenuti politici, Testimoni di Geova ed ebrei.

Nel 1944 all’interno del campo entrò in funzione anche un forno crematorio per lo smaltimento dei cadaveri. Si stima che al suo interno furono bruciati i corpi di più di 3500 prigionieri che, in alcuni casi, erano ancora vivi (è il caso, ad esempio, delle partigiane Cecilia Deganutti e Virginia Tonelli).

All’interno della Risiera di San Sabba i metodi più utilizzati per l’eliminazione dei detenuti erano la gassazione in automezzi appositi, un colpo di mazza alla nuca e la fucilazione.

Nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945 i Nazisti in fuga distrussero il forno crematorio e la ciminiera per tentare di cancellare le tracce del loro operato.

Migliaia di persone passarono attraverso la Risiera di San Sabba prima di essere deportate verso altri campi di concentramento e di sterminio e si stima che tra le 3.000 e le 5.000 vi trovarono la morte.

Il pensiero di quanto è avvenuto tra le mura di questo complesso ti accompagnerà per tutta la durata della visita: dei brividi e del magone personalmente ci siamo liberati solo qualche ora dopo. Davvero l’uomo è capace di tutto questo?

Nel dopoguerra la Risiera di San Sabba divenne un centro di accoglienza per i rifugiati italiani durante l’esodo giuliano – dalmata.

Solo nel 1965 il presidente Giuseppe Saragat dichiarò la Risiera di San Sabba Monumento Nazionale.

Nel 1975, dopo la ristrutturazione guidata dall’architetto Romano Boico, i resti del complesso furono trasformati in un Museo Civico.

 

Cosa vedere nel Museo della Risiera di San Sabba

 

Dopo averti raccontato in breve la storia di questo edificio, ci teniamo a descriverti l’interno del museo. Speriamo che il nostro racconto possa aiutarti al meglio a organizzare la tua visita.

Il complesso della Risiera di San Sabba era composto da diversi edifici, molti dei quali sono andati perduti. Oggi potrai visitarne solo una parte.

Il percorso, poi, continua con l’interessante mostra permanente. Questa, attraverso documenti e testimonianze, illustra la storia della Risiera e ripercorre le tappe degli avvenimenti che interessarono la zona di Trieste e dintorni durante la prima metà del Novecento.

 

La Cella della Morte

 

La visita alla Risiera di San Sabba inizia dalla Cella della Morte.

In questo luogo erano condotti i prigionieri destinati ad essere uccisi e cremati nel giro di qualche ora.

Secondo alcune testimonianze spesso capitava che queste persone si trovassero a dover condividere lo spazio con i cadaveri di chi, prima di loro, aveva incontrato la morte alla Risiera di San Sabba.

 

Le celle

 

micro celle nella risiera di san sabba

Micro – celle.

 

Proseguendo, sulla sinistra, incontrerai l’ingresso per un’altra stanza del complesso.

Qui potrai osservare 17 micro – celle destinate generalmente ai partigiani, ai politici e agli ebrei che erano destinati all’esecuzione la quale, però, sarebbe avvenuta a distanza di giorni o settimane.

In queste piccolissime celle erano stipati anche sei prigionieri alla volta.

Le prime due era solitamente destinate alla tortura o al prelievo di oggetti appartenenti ai detenuti. Qui sono stati ritrovati, ad esempio, moltissimi documenti d’identità.

All’interno dello stesso edificio si trovavano anche i laboratori di sartoria e calzoleria nei quali venivano impiegati i prigionieri. Inoltre è qui che si trovavano anche le camerate per gli ufficiali e i militari delle SS.

 

La Sala delle Croci

 

sala delle croci nella risiera di san sabba

Sala delle Croci.

 

La Sala delle Croci si trova nell’edificio successivo composto da quattro piani.

Gli ebrei e i prigionieri civili e militari destinati per lo più alla deportazione in Germania erano rinchiusi qui. Solo pochi di essi fecero ritorno.

 

L’impronta del Forno Crematorio

 

Nel cortile interno, proprio di fronte alle celle, potrai distinguere grazie ad una lastra metallica l’edificio che comprendeva il forno crematorio e che era destinato all’eliminazione dei detenuti.

Nel periodo Gennaio – Marzo 1944 i Nazisti utilizzarono l’ex essiccatoio per eliminare i cadaveri. Dopo quella data trasformarono l’impianto in un vero e proprio forno crematorio secondo il progetto di Erwin Lambert che aveva già lavorato ad altri forni crematori nei campi di sterminio nazisti in Polonia.

 

Il Civico Museo della Risiera

 

All’interno degli spazi che un tempo fungevano da mensa e cucina, oggi è ospitato il Museo della Risiera di San Sabba.

Il percorso racconta la storia di questo luogo mettendone in risalto la peculiarità.

Questo, infatti, non fu solamente un campo di sterminio, ma un vero e proprio campo di smistamento da cui passavano i prigionieri diretti verso altri lager in Germania e Polonia.

Furono 123 i convogli che partirono dall’Italia verso i campi di sterminio nazisti. Ben 69 partirono proprio da Trieste, senza contare i 30 diretti verso i campi di lavoro.

 

La Sala delle Commemorazioni

 

Infine, nella Sala delle Commemorazioni si trova  la statua dedicata ai martiri di Auschwitz realizzata dallo scultore triestino Marcello Mascherini.

 

La Risiera di San Sabba: orari, prezzi e durata della visita

 

Gli orari della Risiera di San Sabba variano a seconda della stagione.

Generalmente in inverno è possibile visitare la Risiera tutti i giorni dalle 9.00 alle 17.00, mentre durante l’estate l’orario è dalle 9.00 alle 19.00.

Per sicurezza, però, ti invitiamo a consultare gli orari sul sito ufficiale.

L’ingresso al monumento e al museo è sempre gratuito.

Le prenotazioni per la visita alla Risiera di San Sabba sono obbligatorie solo per i gruppi (anche senza visita guidata) e solamente nei mesi di Marzo e Aprile e nella prima quindicina di Maggio. Per prenotare dovrai inviare una mail a prenotazione.ingresso.risiera@comune.trieste.it.

Durante tutto l’anno sono previste visite guidate su prenotazione per gruppi di massimo 15 persone al costo di 50 Euro. Potrai prenotare all’indirizzo serviziodidattico@comune.trieste.it.

 

Come arrivare arrivare alla Risiera di San Sabba

 

Per arrivare alla Risiera di San Sabba con i mezzi pubblici potrai prendere l’autobus delle linee n° 8 e 10 dal centro di Trieste.

Se, invece, sei in macchina potrai comodamente lasciare l’auto nel grande parcheggio gratuito che troverai proprio di fianco all’ingresso del museo.

 

Speriamo che i nostri consigli possano esserti utili a organizzare la tua visita alla Risiera di San Sabba.