Lo scrittore triestino è uno dei miei autori preferiti ed è per questo che ho scelto di consigliarti quelli che per me sono i 10 migliori libri di Paolo Rumiz.
Amo lo stile di scrittura del giornalista di Trieste e apprezzo particolarmente il suo modo di viaggiare sempre alla scoperta del cuore dei luoghi che visita, delle culture incontrate e delle persone con cui entra in contatto.
I suoi viaggi non sono mai banali e hanno sempre qualcosa da insegnare.
Rumiz, come me, sente il richiamo dell’Est Europa e dei Balcani e devo a lui tantissime nozioni apprese proprio su questi Paesi: con i suoi libri ho sognato nuove mete, ho conosciuto tante storie e ho subito il fascino di terre ancora autentiche e a tratti misteriose.
I libri che ti suggerirò di seguito parlano di quelle terre, ma anche della nostra bellissima Italia.
Cosa troverai in questo articolo
1 – La Cotogna di Istanbul. Ballata per tre uomini e una donna
Uno dei più particolari ed emozionanti libri di Paolo Rumiz è di certo La Cotogna di Istanbul.
La storia degli amori di Maša, donna di Sarajevo dagli occhi profondi e dalle gambe lunghe, non viene narrata in semplice prosa, ma attraverso una ballata cadenzata che emoziona e commuove.
Amore e morte, passato e presente, guerra e pace, Oriente e Occidente: gli endecasillabi parlano di contrasti e contrari, di passioni e dolori.
I versi si susseguono al ritmo della vita che scorre e che ci segna indelebilmente.
La storia che Rumiz narra in questo libro ha il fascino di un’ode di altri tempi, di quelle che si ascoltavano in silenzio vicino a un fuoco o in una locanda.
E, come quei racconti che si tramandavano di voce in voce, anche questa entrerà a far parte del tuo bagaglio personale di storie da non dimenticare e difficilmente riuscirai a scrollartela di dosso.
2 – Maschere per un massacro. Quello che non abbiamo voluto sapere della guerra in Jugoslavia
Se anche tu sei un amante dei Balcani, allora devi assolutamente leggere quello che, secondo me, è uno dei più interessanti libri sulla guerra in Jugoslavia.
Maschere per un massacro è un volume che non ti lascerà di certo indifferente: Rumiz, con stile asciutto e giornalistico, è stato in grado di mettere nero su bianco gli orrori (umani e politici) avvenuti in quegli anni.
Prendendo il via dalle proprie esperienze sul campo, lo scrittore triestino racconta al lettore i fatti e le esperienze vissute in prima persona.
Così, senza filtri, lascia che tra le pagine si disvelino quelle dinamiche nefaste che hanno portato a una guerra atroce e insensata capace di aver minato per sempre la stabilità di quelle terre (e non solo).
Di rado mi è capitato di leggere libri così profondi e duri.
Maschere per un massacro di Rumiz è un’invettiva contro la guerra e contro i poteri che la fomentano, ma è anche un invito a rileggere sempre i fatti per non lasciarsi più imbrogliare e a rifiutare l’orrore dei conflitti in futuro.
3 – Vento di terra. Istria e Fiume: viaggio tra i Balcani e il Mediterraneo
Vento di Terra è un reportage uscito 30 anni fa che è stato recentemente ristampato.
Nonostante la sua età, questo piccolo volume non solo risulta ancora molto interessante, ma è anche molto attuale.
Tra le sue pagine Rumiz ci porta in giro per l’Istria, terra di confine e di popoli misti, negli anni appena successivi al conflitto jugoslavo.
Cammina a piedi, tra i paesaggi istriani fatti di terra, di mare e di vento e incontra italiani, sloveni e croati i cui nomi si confondono gli uni con gli altri a testimonianza della mescolanza tra popolazioni, culture e tradizioni.
In questo piccolo volume si condensa il significato di una terra che può essere considerata vera e propria porta dei Balcani, un luogo dove gli spiriti focosi di quelle terre si smorzano con la carezza riflessiva dell’animo mediterraneo.
Qui, in Istria, la parola “diversità” è all’ordine del giorno e caratterizza le genti che la abitano. Bisogna porre attenzione, però: ciò che oggi è sinonimo di “inclusione“, se non preservato correttamente, potrebbe trasformarsi in scintilla pericolosa in futuro.
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4 – Trans Europa Express
Un altro dei migliori libri di Paolo Rumiz è senza dubbio Trans Europa Express.
Lo scrittore triestino in questo volume racconta uno dei suoi viaggi più affascinanti, quello lungo la frontiera tra Europa e Russia.
Da Rovaniemi fino a Odessa, Rumiz lascia da parte le guide turistiche e va alla ricerca di luoghi remoti e dimenticati per (ri)trovare popolazioni dalle antiche tradizioni che nonostante il progresso conservano stretto il ricordo del proprio passato.
Chilometri e chilometri con lo zaino in spalla salendo su autobus e treni o facendo autostop: Rumiz accompagna ai margine della geografia e della storia stimolando la fantasia e la curiosità del lettore.
La voglia di ascoltare i suoi racconti non si esaurirà con l’ultima pagina di questo libro e, ne sono certa, cercherai qualcos’altro da leggere su quelle terre dai nomi improbabili che sembrano uscite da una fiaba!
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5 – Il filo infinito. Viaggio alle radici d’Europa
Il filo infinito è il racconto di un percorso tra i monasteri benedettini alla ricerca delle radici del concetto di Europa.
Ancora una volta Paolo Rumiz si mette in marcia per intraprendere un viaggio per nulla banale, fatto sì di luoghi e persone, ma anche di domande e riflessioni.
Perché lì dove un tempo si era in grado di accogliere, oggi, invece, si cerca di dividere e combattere? Dov’è finito quello spirito d’unione e d’inclusione? Nel momento in cui l’Europa ha abbattuto i suoi confini interni, sembra alzare altre barriere ancora più alte mosse da inaspettati spiriti nazionalistici.
Rumiz sceglie di seguire il filo della Regola di San Benedetto, patrono d’Europa, per tentare di trovare risposte alle sue domande.
6 – È Oriente
Questo è un altro dei migliori libri di Paolo Rumiz.
È Oriente è una bella raccolta di racconti di viaggio.
Lo scrittore triestino decide di mettersi in cammino alla ricerca del suo Oriente, quello dei Balcani e delle terre un tempo appartenute all’Impero Asburgico, quello di un’Europa che spesso ci appare lontana e diversa da ciò che siamo abituati a conoscere. Un Oriente, quello di cui ci parla Rumiz, che non può essere considerato semplicemente “Est” come preconcetti e politica ultimamente ci vogliono far credere.
I sei racconti contenuti in questo volume ci portano da Trieste a Berlino fino a Istanbul passando da luoghi dai nomi fantastici come Masuria, Pomerania, Pannonia, Oltenia e Rutenia.
Ci si sposta in giro per l’Europa, ma lo sguardo di Rumiz si sofferma anche sull’Italia: dall’Adriatico alle montagne, lo scrittore va alla riscoperta di luoghi che rischiano di essere dimenticati, di un Oriente che si trova alle porte di casa nostra.
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7 – Appia
Appia di Paolo Rumiz è uno dei libri più interessanti letti negli ultimi tempi.
Questo volume non è solo un bellissimo esempio di letteratura di viaggio, ma è un vero e proprio omaggio alla bellezze del nostro Paese, bellezza che necessita di essere riscoperta e tutelata.
In questo libro lo scrittore racconta il viaggio che compie insieme a un gruppo di amici lungo il tracciato dell’antica Via Appia Antica, la regina viarum degli antichi Romani.
Da Roma a Brindisi, tra asfalto e campi di grano, tra tesori e orrori, Rumiz ci racconta il panorama variopinto del nostro Sud Italia.
Tappa per tappa, la Via Appia torna nella sua forma originale pronta per essere percorsa di nuovo da chiunque abbia voglia di farlo.
8 – Morimondo
Tra i migliori libri di Paolo Rumiz non posso che inserire anche Morimondo, un altro volume che conduce alla riscoperta dell’Italia.
Il protagonista questa volta è il Po, il fiume più lungo d’Italia, che lo scrittore insieme a un gruppo di amici decide di attraversare in barca dal Piemonte all’Adriatico.
Come in Appia, anche questa volta il viaggio è caratterizzato da paesaggi stupendi e deturpazioni imperdonabili, incontri emozionanti e soste obbligate, da pranzi a base di cibo in scatola a mangiate di gusto in osteria.
Morimondo è un racconto che scorre alla velocità stessa dell’acqua in un viaggio cadenzato in cui è necessario lasciarsi trasportare per cogliere davvero ogni sfumatura di ciò che si ha intorno.
9 – Il ciclope
Tre settimane in un faro, a contatto solo con la natura meravigliosa e potente allo stesso tempo.
Il ciclope è il racconto di un’esperienza che nonostante sia lunga solo alcune settimane, all’autore sembra durare mesi.
Rispetto ai libri precedenti, questo volume è completamente diverso: non segue un filo lineare, ma piuttosto si adegua al flusso di coscienza a cui l’autore si lascia andare durante la sua permanenza in quel luogo di cui Rumiz non vuole svelarci la posizione esatta.
Niente internet, niente televisione, solo il rumore del mare, il suono dei gabbiani e il sottofondo degli animali che abitano l’isola.
L’esperienza si mescola al mito, il mito diventa spunto per una riflessione sulla contemporaneità e il risultato è un libro profondamente poetico e intenso.
10 – Il veliero sul tetto. Appunti per una clausura
Il veliero sul tetto è l’ultimo libro di Paolo Rumiz ed è nato in tempi di lockdown, nei primi mesi del 2020.
Lo scrittore sale sul tetto del suo appartamento triestino e, guardando il panorama come sulla poppa di un vascello, decide di tenere un vero e proprio diario di bordo di quel periodo di reclusione forzata.
Quest’ultimo libro è il racconto di quei giorni, è uno scritto nero su bianco delle paure e delle sensazioni che tutti, bene o male, abbiamo provato, ma è anche una raccolta di pensieri e riflessioni sul mondo contemporaneo e sulle sfide future, è un invito a fare tesoro degli insegnamenti e la costatazione che, purtroppo, l’uomo dimentica con troppa facilità rispetto a quanto non apprenda dal passato.
Il veliero sul tetto è un’ottima lettura per provare a riflettere davvero su ciò che è stato e ciò che potrà essere.
Spero che questi miei consigli sui migliori libri di Paolo Rumiz possano essere dei buoni spunti di lettura.
Se anche tu ami l’autore triestino fammi sapere qual è il tuo libro preferito nei commenti.
Un piccolo consiglio per leggere i 10 migliori libri di Paolo Rumiz (e non solo!)
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