Ho letto molti libri sui Balcani, ma uno di quelli che ho preferito di più è Il profumo della pioggia nei Balcani di Gordana Kuić. Oggi, come ogni 15 del mese, torna l’appuntamento con Cinema e Letteratura e io ne approfitto per raccontarti questo magnifico libro e spiegarti perché dovresti leggerlo prima di un viaggio nei Balcani.
Cosa troverai in questo articolo
Il profumo della pioggia nei Balcani: storie di donne, guerre e Balcani
Il romanzo di Gordana Kuić narra le vicende della famiglia Salom nell’arco di quasi 30 anni.
La storia inizia nel 1914, alla vigilia dell’arrivo dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo e con il suo assassinio, l’evento che determinò lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Il romanzo della Kuić ripercorre anni di storia e termina, infine, con la conclusione della Seconda Guerra Mondiale.
I Salom sono ebrei sefarditi e fanno parte di una comunità impegnata a mantenere vivi i valori di quegli antenati che, secoli prima, avevano raggiunto Sarajevo nel tentativo di fuggire dall’inquisitore spagnolo Torquemada e che qui, in questa città della Bosnia, avevano trovato rispetto e accoglienza.
I membri della famiglia si muovono tutti sullo sfondo degli eventi della Storia, ma le vere protagoniste del romanzo sono le donne di casa Salom. Tra quelle donne c’è anche la madre dell’autrice, Blanki.
Il profumo della pioggia nei Balcani: le donne
Laura, detta Buka, Nina, Klara, Blanka e Riki sono loro i personaggi principali de Il profumo della pioggia nei Balcani. Sono le cinque figlie di casa Salom, cinque donne anticonformiste e ribelli, capaci di prendere la loro vita in mano e scegliere per sé.
Buka, la maggiore, insegna a leggere e a scrivere alle sorelle più piccole. Nina apre una modisteria in una città che ancora non sapeva cosa fossero le boutiques. Klara sogna di andare lontano. Riki di diventare una ballerina famosa. E Blanki vuole solo andare a scuola.
I sogni di alcune diventeranno realtà, altri si trasformeranno in incubi e altri ancora svaniranno dispersi dagli eventi della Storia.
Tra queste cinque donne si muovono una serie di uomini, uomini spesso incapaci a prendere decisioni e di assumersi responsabilità. Uomini che fanno soffrire, ma che si lasciano amare.
C’è Leon, il padre che non guadagna abbastanza. Ci sono i due fratelli, sempre sullo sfondo, pigri e a volte opportunisti. Poi ci sono gli uomini che le sorelle hanno amato. Marko, l’amore di Blanki, un grande imprenditore che non la sposa perché serbo e di altro ceto sociale. Milos, l’uomo sposato amato da Riki. E poi Ivo, Danijel, Cliff… uomini che seducono, amano e a volte scappano.
Le sorelle Salom, in particolare Blanki e Riki, vanno avanti nonostante tutto: nonostante i rimproveri della famiglia, gli sguardi dei vicini, il dolore e la sofferenza per un amore complicato, nonostante le sventure della vita, nonostante la guerra e i rastrellamenti insensati dei tedeschi. Sarà la loro forza d’animo e il loro coraggio a guidarle.
Il profumo della pioggia nei Balcani: le guerre
Quando si parla di Balcani e di guerra si pensa sempre agli avvenimenti degli anni Novanta. Viene in mente lo smembramento della Jugoslavia, le guerre fratricide e l’assedio di Sarajevo.
Più raramente si pensa all’importanza che questi luoghi hanno avuto durante le due Guerre Mondiali.
Sarebbe scoppiata ugualmente la Prima se quel 28 giugno 1914 il serbo Gavrilo Princip non avesse ucciso l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria – Ungheria?
Perché si conosce poco e niente di quello che accadde nei Balcani durante la Seconda Guerra Mondiale e dell’occupazione nazista di questi territori?
Sono domande che mi sono posta durante la lettura de Il profumo della pioggia nei Balcani, cercando di capire il ruolo che queste terre hanno sempre giocato per l’equilibrio tra Oriente e Occidente. Non ho trovato risposte, ma mi sono accorta ancora una volta come i Balcani siano sempre in una zona d’ombra della Storia europea e addirittura mondiale.

Il Ponte Latino, Sarajevo. Il luogo dell’attentato all’arciduca Francesco Ferdinando.
Nel romanzo di Gordana Kuić la guerra è presente in maniera forte e a tratti dolorosa. I Balcani furono il fulcro di campagne importanti sia durante la Prima, sia durante la Seconda Guerra Mondiale. In entrambi i casi, per vincere, chi attaccava puntava a disgregare l’unità dei popoli che convivevano insieme su queste terre.
Una Storia ciclica. Una Storia che si ripete. Una Storia ancora attuale.
Sul finale del libro corre un brivido sulla schiena al pensiero di ciò che sarebbe successo di nuovo di lì a 45 anni…
Il profumo della pioggia nei Balcani: i Balcani
I Balcani sono terre affascinanti. La loro storia difficile, a volte poco conosciuta e sempre avvolta da zone oscure ha il potere di attirare chi ha necessità di capire, indagare e riflettere.
I Balcani sono terre di convivenza e condivisione, ma anche di atroci odi e divisioni razziali. Luci e ombre, sentimenti contrastanti, amore e odio.
I Balcani sono terre melanconiche e le protagoniste del libro della Kuić lo sanno bene.
Alcune di queste donne sognano altro, desiderano andare in terre lontane, di vivere vite diverse… ma Sarajevo non si dimentica facilmente!
La città non è ancora la Capitale della Bosnia ed Erzegovina che conosciamo oggi: è una città piccola, dove le notizie corrono veloci e tutti si conoscono. Sarajevo, però, è già quella città multietnica dove le religioni convivono e il suono delle campane si fonde con il canto del muezzin.

Mosche e Chiesa una di fronte a l’altra a Sarajevo.
C’è Parigi, c’è Londra e c’è l’Italia in questo libro, ma il vero viaggio lo si compie tra le terre balcaniche. Da Sarajevo a Dubrovnik per vedere il mare e rilassarsi. Da Sarajevo a Mostar per ammirare la bellezza dell’antico ponte. Da Sarajevo a Spalato la bella città bianca e luminosa. Da Sarajevo a Balgrado, città vivace, allegra e ricca di cultura, di certo la più moderna delle città balcaniche.
Le donne della famiglia Salom cambiano, si spostano e amano. La vita continua a scorrere e le stagioni a cambiare. Spunta il sole o cade la pioggia… quella pioggia che scivola lungo le ripide strade di Sarajevo, quella pioggia che alza odori e profumi.
Quella pioggia che nei Balcani ha un profumo diverso… quello che Riki, quando è lontana, vorrebbe poter sentire di nuovo.
Un viaggio nei Balcani dopo aver letto Il profumo della pioggia nei Balcani di Gordana Kuić
Le vicende della famiglia Salom mi hanno emozionata e commossa. Ho avuto modo di scoprire un pezzetto di Storia a me ancora sconosciuta e di “incontrare” personaggi che ancora una volta mi hanno saputa far innamorare ancora un po’ di più di queste terre.
Dopo aver letto Il profumo della pioggia nei Balcani ho visitato Sarajevo, ho camminato lungo la Miljacka e mi sono arrampicata sulle strade in salita poco fuori la Baščaršija.
Ho rivisto Marko e Blanki, ho sentito il profumo del burek e ho immaginato cosa volesse dire, 80 anni fa, passeggiare per le strade di questa città.

La fontana Sebilj nel centro della Baščaršija.
Le cose sono cambiate e Sarajevo ha visto altre guerre, nuovi orrori… ma ha visto anche sbocciare giovani amori, ha ascoltato storie di rinascita e di cambiamento, ha sentito suonare di nuovo le campane della Chiesa e cantare il muezzin. Sarajevo è cambiata, ma forse, sai, neanche così tanto!
Il profumo della pioggia nei Balcani di Gordana Kuić è uno di quei libri che ti fanno venir voglia di scoprire e vivere il posto in cui il romanzo è ambientato e sono felicissima di averlo letto proprio prima di partire per visitare Sarajevo. Mi sono ritrovata ad annusare l’aria in un giorno di pioggia e… sì, credo anche io che la pioggia nei Balcani abbiamo un profumo diverso!
E tu, hai mai letto un libro che ti ha spinto a visitare un luogo?
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Spero di averti incuriosito a leggere questo libro. Sono certa che non te ne pentirai.
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2 commenti
Cara Selene, é per puro caso che ho scoperto il tuo blog, cercando informazioni su Pavia. Ti scrivo perché di punto in bianco ho visto che parlavi di Sarajevo, Balcani e libri e mi é sembrato un vero miracolo! Come tu saprai é una cosa piuttosto rara e tu mi sembri anche molto giovane, senz’altro più di me, che ho vissuto giovane gli anni della guerra di Sarajevo e allora si viveva tutto ciò che accadeva giornalmente. Non so perché ma l’ho vissuta profondamente e ho cercato di leggere tutto quello che trovavo, ordinando anche on line, ho conosciuto Predrag Matvejević , Izet Sarajlic’ e Jovan Divjak quando vennero a Genova. Ho letto tante cose, comprese strazianti e magnifiche poesie, e romanzi naturalmente, poi racconti di giornalisti e in ultimo visitatori. Ma tu mi hai indicato dei libri che non ho avuto modo di conoscere e te ne ringrazio molto. Ho visto che sei stata a Sarajevo, leggerò presto le te impressioni, io non ne ho ancora avuto il coraggio, non so il perché, ma ogni volta che penso di farlo non riesco a concretizzarlo.
Grazie perciò e spero di trovare i tre libri che mimancano dal tuo gruppo.
Gabriella
Gabriella,
non sai che piacere il tuo commento.
Sono contenta che tu abbia scoperto il mio blog, ma soprattutto sono felice di averti suscitato qualche emozione ed essere riuscita a darti qualche consiglio di lettura.
I Balcani sono una passione infinita. Anche io non so spiegarti perché mi abbiano rapito il cuore. Sarà stato il mio primo viaggio in Croazia con i miei genitori, qualche anno dopo la guerra, quando le ferite erano ancora molto visibili sui muri delle case. Da lì ho iniziato a leggere libri. 3 anni fa, poi, è arrivata l’opportunità di un primo lungo viaggio nei Balcani on the road… quest’estate è stato il terzo anno in cui, insieme a Ste, ci siamo presi un mese per girarli!
Spero che troverai qualcosa di interessante tra i miei post e soprattutto che in qualche modo riesca a convincerti a visitare Sarajevo, città incredibile, capace di suscitare emozioni uniche.
Io me la sento ancora sulla pelle!
Grazie mille per avermi scritto e, se ti ricorderai, fammi sapere cosa ne pensi dei libri che ho consigliato.
Ah, se hai qualche consiglio di lettura, mi raccomando, lasciamelo: sono sempre in cerca di nuove cose da leggere sui Balcani.
Un abbraccio,
Selene