5 romanzi in dialetto: un viaggio tra le parlate italiane

di Selene Scinicariello

In questo post ho deciso di consigliarti 5 romanzi in dialetto che vale la pena leggere per viaggiare linguisticamente nella nostra bella Italia.

I dialetti italiani, infatti, sono davvero tantissimi e spesso si parla di vere e proprie lingue. Quantificarli è pressoché impossibile, ma se è un argomento che ti interessa ti rimando alla pagina dedicatagli su Wikipedia.

Noi adoriamo i dialetti del nostro Paese e quando siamo in viaggio ci piace gironzolare tra i banchi dei mercati o sederci nei bar frequentati dagli anziani del luogo per ascoltare le parlate locali.

Ovviamente questo post non è una guida completa ai romanzi italiana scritti in dialetto e qualsiasi altro consiglio di lettura è ben accetto!

 

5 ROMANZI IN DIALETTO DA LEGGERE PER FARE UN VIAGGIO TRA LE PARLATE ITALIANE

 

Il Commissario Montalbano, Andrea Camilleri

Tra i più famosi romanzi in dialetto c’è, certamente, la serie de Il Commissario Montalbano di Andrea Camilleri.

Salvo Montalbano, commissario di Polizia nell’immaginaria cittadina di Vigata, è perennemente alle prese con crimini mafiosi, omicidi o rapimenti. Grazie al suo fiuto, però, riesce sempre a scovare la pista giusta e il colpevole.

Il linguaggio utilizzato dallo scrittore è molto particolare: è una fusione tra italiano e dialetto siciliano.

Camilleri elabora il dialetto per poter essere compreso e letto da tutti, perciò la struttura iniziale è sempre italiana. In questo modo chiunque legga, a seconda del contesto, non ha problemi a capire anche i termini dialettali più complessi.

 

Se ti interessano i romanzi di Camilleri dai un’occhiata a tutti i titoli della serie dedicata al commissario siciliano su Amazon: Il Commissario Montalbano su Amazon.

 

 

I Malavoglia, Giovanni Verga

 

 

Avevo  già parlato de I Malavoglia di Giovanni Verga in un post precedente. Oggi torno a nominare questo romanzo per la particolarità della lingua utilizzata dallo scrittore.

Il linguaggio usato da Verga, infatti, è davvero innovativo.

Lo scrittore siciliano della seconda metà dell’Ottocento elimina la figura del narratore e utilizza un italiano molto particolare, con termini ed espressioni dialettali tipiche di contadini e di pescatori.

Verga cerca fortemente di riprodurre il parlato e lo fa adottando il punto di vista della gente, evitando il suo giudizio personale e creando una lingua totalmente nuova: un italiano arricchito di modi di dire, proverbi e qualche termine del dialetto, il tutto condito da una struttura grammaticale che si avvicina alla parlata popolare.

 

Aci Trezza, il paese siciliano de I Malavoglia di Giovanni Verga.

Aci Trezza, il paese siciliano de I Malavoglia.

 

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L’Orlando Incazzato,  Sabrina Longo

 

 

Rimanendo in Sicilia accenno ad un altro libro, assolutamente meno famoso degli altri, ma il cui uso del dialetto mi ha colpita molto.

L’Orlando Incazzato  è un romanzo semplice, una storia apparentemente facile, con un finale che lo è un po’ meno.

Forse non mi ha convinta fin dall’inizio: è più come leggere una pièce teatrale che un romanzo vero e proprio. Arrivata fino in fondo, però, la storia raccontata da Sabrina Longo mi ha riservato una riflessione profonda che non mi aspettavo. Non ti racconto niente, così non influenzare la tua lettura in caso decidessi di scoprire la storia di questo Orlando siciliano.

Il dialetto catanese, qui, non è solo un mezzo di comunicazione, ma è protagonista vero e proprio, capace di mostrare la condizione di vita dei personaggi e di far sognare una Sicilia in grado di raccontarsi, sempre e autenticamente, anche attraverso la sua lingua.

 

Veduta sull'Etna dal mare davanti Catania.

Veduta sull’Etna. Catania è la città dove Sabrina Longo ambienta il suo primo romanzo “L’Orlando incazzato”.

 

Ragazzi di Vita, Pier Paolo Pasolini

 

 

Questo romanzo del 1955 è il libro che mi ha fatto innamorare di Pier Paolo Pasolini come scrittore.

Mi sono laureata con una tesi sull’opera di questo grande artista italiano, ma capisco che spesso le sue opere cinematografiche non siano per tutti.

Per questo consiglio di avvicinarsi alla sua opera attraverso i romanzi.

Pasolini è sempre stato affascinato dalla vita delle borgate e in questo libro riesce ad accompagnare il lettore nella realtà di quei luoghi.

Ragazzi di vita non ha una vera e propria trama, ma racconta il mondo di un gruppo di ragazzi romani di Pietralata negli anni Cinquanta. Lo scrittore si sofferma particolarmente sulla storia e la crescita di Ricetto, un ragazzo che cerca in tutti i modi di inserirsi nella società.

Pasolini aiuta il lettore ad immergersi nella realtà della borgata utilizzando il lessico e il gergo popolare di quei quartieri.

Se la voce narrante mantiene l’italiano standard, i dialoghi, invece, utilizzano termini dialettali. In questo modo il degrado dell’ambiente viene amplificato e sottolineato.

Lo scrittore crea così un’opera realistica e documentaristica allo stesso tempo.

La peculiarità di Pasolini è quella di affrontare i dialetti e i gerghi di borgata con la stessa attenzione e rispetto di una qualsiasi lingua straniera: è così che si sottolinea l’importanza della loro difesa e salvaguardia.

Consiglio con il cuore l’opera di questo grande artista italiano anche per questo: per riscoprire quelle inflessioni e quelle culture che a causa della massificazione e della globalizzazione sono scomparse o rischiano di scomparire.

 

Tra i libri in dialetto che ti consiglio c'è Ragazzi di vita di Pasolini. By UnknownUnknown author (http://www.pierpaolopasolini.it/biografia.htm) [Public domain or Public domain], via Wikimedia Commons

By UnknownUnknown author (http://www.pierpaolopasolini.it/biografia.htm) [Public domain or Public domain], via Wikimedia Commons

Gomorra e La Paranza dei Bambini, Roberto Saviano

 

 

C’è chi ama e c’è chi odia Saviano.

Io sono nel mezzo. Condivido il suo impegno nella denuncia, ma spesso non mi piace il suo atteggiamento un po’ superbo.

Sta di fatto che questo autore sa portarti nelle viscere di Napoli, se anche non per ammirarne la bellezza, ma per scoprire alcune delle brutture peggiori del nostro Paese.

Gomorra e La paranza dei bambini sono due libri che descrivono la camorra, cercando di analizzarne la mentalità e le modalità di operazione.

Il porto di Napoli, centro nevralgico delle attività criminali camorristiche, viene descritto dettagliatamente in Gomorra, che inserisce, tra gli altri, le case di alta moda e il commercio di armi tra i mercati internazionali con più infiltrazione mafiosa.

Il dialetto in Gomorra non è molto marcato e serve principalmete come spunto di riflessione.

In La paranza dei bambini, dove il racconto si sposta intorno alle bande di ragazzini che oggi si fanno strana tra i clan camorristici,  invece, il dialetto c’è eccome ed è drammatizzato, messo in scena, reso protagonista dell’intero racconto.

È un dialetto che aiuta a comprendere la vita e il modo di pensare dei protagonisti. Un dialetto che tenta di mostrare perché questi ragazzi, pur sapendo che quella vita li porterà solamente alla morte, la preferiscano al lavoro legale. Il dialetto di questo romanzo accompagna in un’esistenza fatta di soldi facili, capaci di aiutare i ragazzini a vivere con uno stile di vita alto e a regalargli l’apparenza del potere.

Saviano ha studiato il dialetto napoletano contemporaneo con l’aiuto di alcuni professori universitari, anche se, però, le critiche non sono mancate e c’è chi dice che il dialetto dei suoi romanzi altro non sono che una storpiatura del vero napoletano.

 

il golfo di napoli. La città campana fa da sfondo a due romanzi in dialetto di roberto saviano: gomorra e la paranza dei bambini.

Napoli , il suo porto e i suoi vicoli fanno da sfondo ai libri di Roberto Saviano.

 

Questi erano i 5 romanzi in dialetto che ti suggerisco di leggere per farti rapire dalla particolarità delle variopinte parlate italiane! Ora aspetto i tuoi consigli!

 

Un consiglio per te

Alcuni di questi romanzi in dialetto si possono trovare in formato Kindle. Il mio suggerimento è quello di provare Amazon Kindle Unlimited, un servizio proposto da Amazon che per 9,99 € al mese ti permette di avere accesso ad un catalogo di oltre 1 milione di eBook.

Puoi provare il servizio gratuitamente per 30 giorni al termine dei quali potrai disdire l’abbonamento senza alcun problema.

Secondo me è una gran bella opportunità!

 

 

 

RINGRAZIO SABRINA LONGO PER AVERMI DATO L’OPPORTUNITÀ DI LEGGERE IL SUO LIBRO.

 

 

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8 commenti

Lucy the Wombat 26 Giugno 2018 - 21:33

Di questa lista ho letto solo I Malavoglia, e meno male che me lo sono ritrovato da studiare all’università perché al liceo l’avevo detestato come lettura estiva imposta… Invece poi l’ho amato alla follia! È un libro grandissimo ❤️ Ho una domanda sull’Orlando Incazzato: è in qualche modo un rifacimento/parodia del Furioso, o ne ha tratto solo il titolo? In ogni caso mi sembra una mossa azzeccata, è un titolo irresistibile! 😉

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Selene Scinicariello 26 Giugno 2018 - 21:54

Anche io ho ritrovato Verga all’Università, fortunatamente! Anche io lo avevo detestato al Liceo: di certo non era proprio una facile lettura estiva! eheh!
L’Orlando Incazzato prende i nomi in prestito dal Furioso: c’è sempre una donna amata, Angelica, alcune difficoltà per dimostrarle il suo amore e un Medoro… diciamo che è un “rifacimento” particolare. L’Ariosto serve da spunto per raccontare una storia attuale, semplice, ma piena di spunti di riflessione!

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Priscilla 26 Giugno 2018 - 14:35

L’Orlando incazzato mi manca, devo provvedere! Originale idea per un post, brava davvero

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Selene Scinicariello 26 Giugno 2018 - 16:12

Priscilla, grazie mille di essere passata!
L’Orlando incazzato è un libro giovane e fresco, che non mi ha colpita da subito, ma che mi ha lasciato una profonda riflessione sul finale!
Se lo leggi, fammi sapere che ne pensi.

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Stefania Ciocconi 26 Giugno 2018 - 12:05

Ho letto solo i Malavoglia e devo dire che lo stile di Verga mi piace molto. Personalmente non amo molto il dialetto, trovo che sia un modo di parlare troppo legato a un territorio, come se si volesse escludere chi non lo capisce. Nei romanzi comunque ci sta che qualche parola o frase possano rendere più autentici i racconti, penso proprio a Gomorra (ho visto solo il film).

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Selene Scinicariello 26 Giugno 2018 - 12:13

Grazie Stefania di essere passata!
Noi adoriamo il dialetto in realtà. Fa parte di un territorio, lo racconta e lo descrive. Ascoltare il dialetto è come assaggiare un piatto tipico, un piatto fatto da una nonna: magari è troppo unto, magari è anche un po’ rozzo, ma è sano, puro e autentico.
Sicuramente credo che oggi sia importante parlare italiano comunque, che a scuola venga insegnato e obbligatoriamente sempre utilizato, ma sono dell’idea che il dialetto vada preservato, come qualsiasi tipicità territoriale.
Nei romanzi e nel cinema il dialetto non sempre è facile da inserire, può infastidire il lettore o lo spettatore, bisogna davvero essere bravi a utilizzarlo. E credo che Verga prima e Camilleri dopo siano due esempi interessanti!

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Alessandra Cortese 26 Giugno 2018 - 11:28

Molto interessante il tuo post… Mi piacciono molto i libri di Camilleri e ho letto i Malavoglia. Mi manca Pasolini… Devo recuperare allora! Grazie!

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Selene Scinicariello 26 Giugno 2018 - 11:38

Grazie Alessandra per essere passata!
Pasolini non è un autore facile, ma te lo consiglio di cuore: il suo modo di vedere il suo presente e il futuro (il nostro presente) fa riflettere moltissimo, lasciandoti l’amaro in bocca, ma convincendo sempre più dell’importanza di preservare ciò che è puro, unico e “antico”.

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